Newton and Compton Editori

Cento canti di altissima poesia: la Divina Commedia è il capolavoro della letteratura italiana, l'opera immortale del nostro sommo poeta, commentata in questa edizione - che riproduce il testo critico secondo l'ultima vulgata stabilita da Giorgio Petrocchi - da Giovanni Fallani e Silvio Zennaro. Il primo a definire "divina" la Commedia di Dante fu Boccaccio; il titolo Divina Commedia risulta per la prima volta in una edizione del 1555. Da allora fu accettato da tutti e consacrato dall'uso. Il senso del viaggio dantesco nell'Oltretomba può essere rintracciato nella discussa Epistola a Cangrande della Scala - al quale l'autore dedica il Paradiso - in cui Dante spiega di aver voluto mostrare agli uomini che l'unico modo per elevarsi dalla loro condizione di peccatori e per conquistare la verità e la salvezza è quello di affidarsi al netto uso della ragione. La sua, dunque, è una sorta di missione che mira a sollevare l'umanità tutta dal suo stato di miseria.

Nel deserto del Medio Oriente, sulle pareti di una camera mortuaria profanata da una missione archeologica, l'oscuro simbolo di un serpente che si morde la coda offre a chi tenta di interpretarlo un'unica certezza: chi prova a svelare il suo mistero muore. L'archeologa Evelyn Bishop ha le ore contate. Rinchiusa in un laboratorio segreto di Bagdad insieme a un trafficante d'arte, si ritrova al cospetto di un sinistro chirurgo, pronto a iniettare nelle vene dei suoi prigionieri una sostanza velenosa pur di ottenere la verit? sul serpente maledetto: allegoria di un eterno ritorno che, nella mente malata del dottore, diventa la strada che pu? condurre alla vita eterna. Quando gli uomini della CIA irrompono nel laboratorio, la follia del perverso torturatore svela un passato vecchio di secoli, dominato da una lotta destinata a consegnare al vincitore la formula dell'immortalit?, chiave di accesso al potere di sterminare o lasciar vivere l'intero genere umano.

Nel deserto del Medio Oriente, sulle pareti di una camera mortuaria profanata da una missione archeologica, l'oscuro simbolo di un serpente che si morde la coda offre a chi tenta di interpretarlo un'unica certezza: chi prova a svelare il suo mistero muore. L'archeologa Evelyn Bishop ha le ore contate. Rinchiusa in un laboratorio segreto di Bagdad insieme a un trafficante d'arte, si ritrova al cospetto di un sinistro chirurgo, pronto a iniettare nelle vene dei suoi prigionieri una sostanza velenosa pur di ottenere la verit? sul serpente maledetto: allegoria di un eterno ritorno che, nella mente malata del dottore, diventa la strada che pu? condurre alla vita eterna. Quando gli uomini della CIA irrompono nel laboratorio, la follia del perverso torturatore svela un passato vecchio di secoli, dominato da una lotta destinata a consegnare al vincitore la formula dell'immortalit?, chiave di accesso al potere di sterminare o lasciar vivere l'intero genere umano.

Karl Rossmann, un allegro sedicenne, viene mandato dai genitori in America perché dimentichi una cameriera che ha messo incinta. Prima accolto con affetto poi, senza motivo, allontanato dallo zio, si unisce a due vagabondi. Viene assunto come lift in un grande albergo e anche qui senza motivo, viene poi licenziato. Torna dai due vagabondi fino a che non viene assunto dal "Grande teatro" di Okalhoma. A questo punto il romanzo, pubblicato postumo, si interrompe.

Dizionario etimologico della lingua italiana